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Fichte, Immanuel Hermann von.

Filosofo tedesco. Figlio del più famoso Johann Gottlieb, curò la pubblicazione delle opere complete del padre. Dal 1836, professore di Filosofia nell'università di Bonn, nel 1842 passò a quella di Tubinga e conservò la cattedra sino al 1863 quando si ritirò a vita privata a Stoccarda. Prendendo come punto di partenza il pensiero del padre, soprattutto nell'ultima sua fase religiosa, elaborò una filosofia piuttosto eclettica. Egli fu l'iniziatore del movimento filosofico denominato "teismo speculativo" che, in opposizione al panlogismo hegeliano, tentò una rivalutazione del teismo cristiano, richiamandosi ai diritti della conoscenza empirica. Secondo la sua concezione spiritualistica, la scienza della natura dimostrerebbe che il mondo è retto da un intrinseco finalismo che presuppone un ordinatore supremo. Dalla coscienza originaria di Dio, l'uomo trae la propria coscienza e nell'amore divino trova il principio dell'amore che lo lega agli altri esseri umani. Per provare il principio della sopravvivenza dell'anima si occupò di fenomeni spiritici che denominò parapsichici. Opere: Beiträge zur Charakteristik der neuren Philosophie, 1833-46 (Contributi alla caratteristica della filosofia moderna); System der Ethik, 2 volumi 1850-53 (Sistema di etica); Die theistische Weltanschauung und ihre Berechtigung, 1873 (La concezione teistica del mondo e la sua giustificazione) (Jena 1796 - Stoccarda 1879).